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13.4 Alla radice della malattia: l'invidia
Nella mentalità contadina lo stato di salute, la condizione economica e la fortuna nella vita dipendevano indiscutibilmente dal "malocchio" e dal sentimento che lo genera: l'invidia. L'occhio e il senso del vedere, a cui è legato l'atto di spiare - in latino in videre, guardare con occhio bieco, malvagio, "malo", appunto - nel mondo contadino sono in relazione con la magia, bianca (volta al bene), nera (volta al male).

Il contadino vive una vita dipendente, fatalisticamente, dai cambiamenti climatici, subordinata ad una fatica durissima, con poche gratificazioni da parte di una terra "amara".

 
 
Abracadabra

La formula dell'ABRACADABRA patetico amuleto portato al collo dai contadini materani così come riscontrato anche da Carlo Levi

Protagonista di una vita "rassicurata" dalle tradizioni ma anche monocorde e ripetitiva, il cafone materano crede nel "malocchio", che diventa una sorta di difesa elementare. Provocato dalla cattiveria e dall'invidia degli altri il malocchio è in realtà la proiezione della propria chiusura d'animo, della propria personale diffidenza.

Carlo Levi parla degli amuleti che i contadini hanno sempre con sé, come quello triangolare dell'ABRACADABRA, che si portava appeso al collo.

I riti contro le "fascinazioni" erano numerosi: particolare quello contro la paura, l'assèreme.

Una donna, immersa in una sorta di trance, pronunciava una formula unendo per tre volte la mano sulla fronte del paziente, quasi sempre una donna, e per tre volte sul cuore. Recitava in conclusione un Padre nostro, l'Ave Maria e il Gloria al Padre.

 

L'atto consisteva nel trasferire la fascinazione su di sé, svolgendo la funzione terapeutica di assorbimento della malìa e di liberazione del paziente. La fattucchiera o rimediante sbadigliava e lacrimava, tentando di percepire chi fosse il responsabile della magia.

Scaramantico ma anche devozionale era far indossare ai bambini o anche agli adulti gli "abitini", sacchetti che contenevano reliquie dei santi protettori ed anche amuleti magici, come tre foglie d'ulivo, ciuffetti di peli, un pizzico di sale. Nel corredo dei neonati c'erano sempre questi "abitini", che si portavano appesi al collo.

Meta ultima e definitiva del malocchio era la "fattura", che poteva procurare il male e persino la morte: ma chi sapeva leggere e scrivere, chi aveva le ciglia congiunte non poteva essere colpito dalle fatture.

 
Fattucchiera

Fattucchiera

 
Abitino

Un abitino

 
             
 
Processione

Una processione, una delle tante che si svolgevano nel corso dell'anno

Forme religiose sono a Matera strettamente legate alle funzioni pratiche dell'agricoltura: si esprimevano, in genere, in una processione, a cui seguiva un rito di ringraziamento o di penitenza, come lo strisciare la lingua per terra dalla porta all'altare del santuario benedettino di Picciano.

Santi e madonne venivano invocati con la promessa di una ricompensa, un voto, questo, che serviva per "vincolare" e "costringere" il santo benefattore ad esaudire la richiesta di grazia.

Il voto è una promessa sacra, vissuta come atto rituale e solenne, un'istituzione del mondo popolare che ne rappresenta simbolicamente le ansie, i timori, le istanze morali.

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