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11.1 Subordinazione e complementarietà
Nella società contadina la rigida distinzione dei compiti dell'uomo e della donna era una forma di divisione del lavoro. I ruoli erano per tanto complementari nella gestione complessiva del sistema familiare.

Ma tale complementarietà era fondata sulla totale subordinazione della donna all'uomo. I maschi, fin da dodici - tredici anni, facevano i lavori agricoli più importanti: le donne intervenivano in campagna solo in mancanza dei maschi ma nessun maschio poteva sostituire una donna nei lavori di casa.

 
 
subordinazione

La condizione femminile era di totale subordinazione

 
 
telaio

Telaio da ricamo

Le mogli, le madri, le figlie, in caso di necessità svolgevano lavori all'esterno, ma non avevano una competenza specifica: potevano solo occuparsi dell'orto, della raccolta dei frutti, degli animali da cortile, potevano tenere un piccolo commercio, come quello delle uova.

Il lavoro femminile era, così, a tempo pieno: esse riempivano i buchi di un'economia non sempre florida, con il rammendo, la filatura, la maglia, lavori che svolgevano nel "tempo libero", la sera, nello spazio aperto del vicinato, mentre gli uomini conversavano o giocavano a carte in piazza o all'osteria. L'uomo doveva mantenere la donna, vestirla, salvaguardarne le proprietà, se ne aveva, vestire e nutrire i suoi figli.

Ella non doveva commettere adulterio, doveva tener pulita la casa, cucinare, circondarlo d'affetto, allevare ed amare i suoi figli. L'onore di un uomo dipendeva prima di tutto dalle sue virtù familiari: fare il proprio dovere ed esigere i propri diritti.

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