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1.1 Anarchia e invasioni
Dopo il lungo arco cronologico dell'età pre-classica, è nella fase di transizione tra Tardo Antico ed Alto Medioevo che il fenomeno della vita in grotte riprende con particolare vigore nella gravina di Matera. Essa diviene polo d'attrazione per l'insediamento monastico. L'abitato rupestre è la negazione della classicità e della romanità, perché sostituisce al centralismo ed alla comunicabilità la dispersione e l'inaccessibilità.

 

La strada è estranea a questo ambiente: scalette, stretti sentieri scavati nel sasso, funi o scale di corda sono complementari agli uomini dei villaggi e delle comunità rupestri. Proprio per questo il calcare degli anfratti e degli altopiani murgiani, le anse alluvionali spinsero i mistici monaci, che venivano dall'Oriente, e le comunità religiose dell'occidente a cercare nell'ombra delle grotte un più intimo avvicinamento a Dio.

Il fenomeno dell'insediamento monastico riguarda anche la Puglia e la Calabria, ma è a Matera che sicuramente le chiese rupestri acquistano una particolare fisionomia, perché qui esse si pongono in una relazione di continuità con gli insediamenti preistorici, adattandosi a tradizioni preesistenti ed insieme rinnovandole.

 
scalette, stretti sentieri scavati nel sasso, funi o scale di corda sono le uniche vie di accesso

Scalette, stretti sentieri scavati nel sasso, funi o scale di corda sono le uniche vie di accesso

 
 
Ottone I (912 - Memleben 973)

Ottone I (912 - Memleben 973)

 

Tra VI e X sec. Matera, "[...] per secoli chiave di tutte le comunicazioni tra principati longobardi e themi bizantini", punto focale della sfera d'influenza di due civiltà, quella occidentale e quella orientale, fu sconvolta da numerose devastazioni e conquiste: nel 612 Bisanzio, nel 859 l'emiro di Bari Sawdan, nel 867 Ludovico II, nel 886 i bizantini di Niceforo Foca, i Saraceni nel 939 e poi Ottone I, di nuovo Bisanzio, di nuovo i Saraceni ed infine Normanni e Svevi tra XI e XIII sec.

Nelle gravine, anche a causa di queste irruzioni, si stanziarono nuclei umani che vivificarono in maniera civile un'umanità sconvolta e disfatta, diffusero valori ed idee, riorganizzando concretamente il territorio.

 

A ridosso, dunque, dell'insediamento urbano della Civita, se ne realizzò un altro, trogloditico, lungo i silenziosi burroni, ad opera di monaci orientali, o "basiliani", inviati dai catapani bizantini o mossi da spinte autonome e misticheggianti, e di monaci occidentali, benedettini, che si mossero dai ducati longobardi o al seguito degli eserciti imperiali di Francia e di Sassonia.

Queste due forme di monachesimo, per quanto dissimili e canali di due distinte spinte politiche - lo spirito giustinianeo-orientale di accentramento e quello romano dei duchi longobardi e dei sovrani tedeschi - alimentarono una identica tendenza al misticismo ed una profonda spiritualità. Esse si nutrivano della contemperanza tra vita attiva e vita contemplativa, esercitando tutte e due un enorme fascino sulle popolazioni:

"[...] da secoli costrette a vivere in regioni dove per lo più grami raccolti tenevano dietro ad estenuanti fatiche [...] e perciò condotte a meditare su un'esistenza migliore [...]"

 
Basiliani: monaci orientali che giunsero in Basilicata in questo periodo

Basiliani: monaci orientali che giunsero in Basilicata in questo periodo

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