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19.1 Natale
Le feste scandivano l'anno dei contadini e degli artigiani, interrompevano il pesante ciclo del lavoro nei campi e nelle botteghe, regalando delle pause. Natale era una pausa impregnata del profumo delle pettole, che si diffondeva di vicinato un vicinato: le pettole erano il cibo natalizio per eccellenza.

La frittura delle pettole s'accompagnava alla costruzione del presepe, per i materani nient'altro che una riproduzione in piccola scala dello scenario familiare della propria esistenza.

 
 
Presepe

Un presepe antico

 
 
Presepe

Altro magnifico presepe

Una lenta ritualità scandiva i giorni del Natale ed a segnarli erano la consumazione di cibi eccezionali: i taralli all'olio, l'arrosto, il rosolio. Nel vicinato ci si voleva più bene o almeno così sembrava.

Si gareggiava negli allestimenti dei presepi, la notte del 24 si andava alla messa in Cattedrale, seguendo la processione che portava il Bambino nella mangiatoia del grande presepe del Duomo. I regali erano qualche mandarino, un meloncino, le arance, la mela cotogna, il cioccolato, che si mangiava di casa in casa.

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