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18.1 La scoperta del fuoco ed i cibi preistorici

Un albero in fiamme colpito da un fulmine, una colata di lava incandescente fuoriuscita dal cratere di un vulcano: così, forse, l'uomo scoprì il fuoco.
Dapprima fu capace unicamente di mantenerlo vivo e solo in seguito seppe riprodurlo. Dallo sfregamento di due bastoncini secchi si creava una scintilla e, quindi, l'uomo accendeva il fuoco autonomamente. In seguito furono messe a punto altre tecniche. Quella del trapano da fuoco si caratterizzava per l'uso di un bastoncino di legno duro che veniva fatto ruotare rapidamente su di un pezzo di legno secco più tenero, provocando, così, l'esplosione della scintilla.
Un'altra tecnica prevedeva, invece, la percussione di due minerali, la selce e la pirite. Il fuoco acceso, poi, veniva delimitato da un cordolo di pietre a riparo dalle correnti d'aria.

 
 

Una colata di lava incandescente, così forse l'uomo scopri il fuoco

 
 
 
L'uomo e il fuoco

L'uomo e il fuoco

 

La produzione e l'uso del fuoco risalirebbero a circa 400.000 anni fa. All'attività dell'Homo erectus, infatti, apparterrebbero focolari rinvenuti in Africa, Cina, Europa e Medio Oriente. L'uso del fuoco è stato fondamentale per lo sviluppo della civiltà umana.

Con il fuoco ci si riparava dal freddo (grazie al fuoco sarebbe forse stata facilitata la migrazione di gruppi umani dall'Africa verso le più fredde Europa ed Asia), ci si difendeva dagli animali carnivori e si dirottavano le mandrie commestibili verso le trappole allestite.

 
 

Il focolare illuminava il buio della notte, riscaldava e ravvivava le grotte e le capanne ed intorno alla fiamma gli uomini rafforzavano i loro rapporti, ponendo le basi delle prime comunità.

Ma soprattutto la cottura delle carni e dei vegetali potenziava l'assimilazione delle sostanze nutritive dei cibi da parte dell'uomo, rendendo più forti le strutture ossee, più semplice la masticazione, in una parola migliore la capacità del gusto e la qualità della vita.

 
 
Uomini preistorici intorno al focolare

Uomini preistorici intorno al focolare

 
 
Mandorle e foglie di menta
  Basilico, semi di coriandolo e foglie di dente di leone   Rametto di nocciolo  
 

Mandorle e foglie di menta

 

Basilico, semi di coriandolo e foglie di dente di leone

 

Rametto di nocciolo

 
             
 
 
Uva

Uva

 

Non è dato sapere con certezza di cosa si cibassero i nostri progenitori: è plausibile, però, che dipendessero, almeno inizialmente, da animali - che vivevano liberi negli stessi territori - e da piante che crescevano spontaneamente. Venivano raccolti, ad esempio, semi di girasole, noci e bacche di ginepro. Erbe selvatiche di ogni tipo, tra cui la menta, il basilico, la salvia erano utilizzate per insaporire i cibi. Anche le foglie di dente di leone venivano regolarmente consumate.

La frutta costituiva un'importante fonte nutritiva soprattutto per i popoli del Mediterraneo che potevano approvvigionarsene con maggiore facilità. La frutta era pure essiccata e conservata.

 
  Grano   Semi di girasole e bacche di ginepro   Fichi e datteri  
 

Grano

 

Semi di girasole e bacche di ginepro

 

Fichi e datteri

 
             
 

Le popolazioni che vivevano lungo le coste, poi, ne sfruttavano le risorse, approvvigionandosi di molluschi e di pesce. L'uomo del Paleolitico superiore in Europa usava catturare i salmoni nei fiumi, utilizzando lunghe fiocine. E' stata tuttavia necessaria una evoluzione di millenni per insegnare ai nostri progenitori quali animali cacciare e come farlo, quali piante mangiare e quali utilizzare come medicamento.

Le foglie di ruta, ad esempio, venivano usate per curare il mal di denti, la gattaia era una cura efficace per il raffreddore, il coriandolo - spezia largamente utilizzata - serviva pure a stimolare il sistema digestivo.

 
 
La carne veniva avvolta in involucri di pelle per la cottura

La carne veniva avvolta in involucri di pelle per la cottura

 
 
 
salmone

Salmone

 

Un altro dato è comunque certo: ogni componente della famiglia preistorica aveva un ruolo nella ricerca del cibo. Gli uomini cacciavano gli animali selvatici, come il cervo o la capra, le donne ed i bambini raccoglievano le piante, le uova di uccello, la frutta, i legumi, i tuberi. Il tipo di cibo assunto - dal carattere prevalentemente coriaceo - influiva pure sull'evoluzione anatomica del volto. La lunga masticazione, infatti, sviluppava la mascella ed i denti.

 
 

L'uomo preistorico era un abilissimo cacciatore, corridore instancabile, inseguiva la preda anche su lunghe distanze, uccidendola dopo averla sfiancata, oppure intrappolata nelle paludi o ancora bloccata in prossimità dei precipizi. La preda era abbattuta con lance o pietre. Circa 100.000 anni fa, gli uomini inventarono le armi da getto, con cui colpivano le prede a maggiore distanza e con più alta precisione.

Così venivano cacciati anche animali di grossa taglia: mammut e rinoceronti. Si registrava già in quel periodo la presenza di aree aperte adibite alla macellazione delle prede. La dieta, quindi, cambiava. La carne diveniva la base dell'alimentazione. La mascella ed i denti, facendosi la masticazione meno laboriosa, si rimpicciolivano.

 
 
la caccia

La caccia

 
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