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1.3 I dinosauri ad Altamura
Ad Altamura, in una cava abbandonata (località Pontrelli), è stato scoperto un giacimento, risalente a circa 70 milioni di anni fà (Cretaceo), di oltre 4000 impronte ben conservate di dinosauri, organizzate in vere e proprie piste. Sono impronte di oltre 200 esemplari di almeno 5 diverse specie.

La maggior parte delle impronte appartengono a dinosauri erbivori, ma ve ne sono anche appartenenti a dinosauri carnivori. Durante il periodo Cretaceo, dal punto di vista metereologico la Puglia presentava un clima ben diverso da quello attuale: c'era infatti un caldo tropicale, simile a quello di un paese equatoriali, e il territorio presentava estese piane fangose.

Dalle impronte, inoltre, è stato possibile reperire informazioni sull'apparato motorio scheletrico, la postura, l'andatura, il comportamento, la velocità e le preferenze ambientali degli animali. Tracce fossili del genere sono state rinvenute in altre parti del mondo, ma alcuni fattori rendono quelle trovate ad Altamura uniche nel loro genere: innanzitutto l'eccellente qualità dello stato di conservazione, ed a seguire il numero elevato delle diverse specie accertate.

 
 
un'impronta fossile

Un'impronta fossile

 
 
 
la cava abbandonata sita in localit� pontrelli - altamura

La cava abbandonata sita in località Pontrelli - Altamura

 

Grazie a questa scoperta è stato possibile anche risolvere alcuni dubbi riguardo l'aspetto paleogeografico della Puglia di 70 milioni di anni fa: fino alla scoperta di queste orme, si era sempre pensato alla Puglia come ad un'ampia area sommersa punteggiata da sporadiche e ridotte zone emerse.

Ma un luogo del genere sarebbe risultato assai inadatto ad ospitare interi branchi di dinosauri che, per vivere e riprodursi, avevano bisogno di un'area stabilmente emersa che poteva fornire loro il sostentamento.

 
                 
  anchilosauro   anchiceratopo   grande sauropode, il brachiosauro   teropode  
 

Anchilosauro

 

Anchiceratopo, un ceratopside

 

Grande sauropode, il brachiosauro

 

Un teropode, veloce carnivoro

 
                 
 

Alla luce di queste scoperte la preistoria della Puglia e dell'intero bacino Mediterraneo andrà riscritta completamente: basti pensare che fino al 1993 (anno della scoperta del Celurosauro di Pietraroia) non era neanche certa la presenza dei dinosauri in Italia; adesso non solo sappiamo che la penisola ospitava una folta popolazione di dinosauri, ma scopriamo anche che la Puglia non era un arcipelago di isolette ma una grande distesa pianeggiante, forse confinante con la Dalmazia.

 
 

I lavori non sono ancora terminati (l'area interessata è vasta, circa 12.000 mq) e quindi promettono addirittura ulteriori rivelazioni. Come detto le impronte risalgono al Cretaceo superiore, circa 70 milioni di anni fa, e testimoniano la presenza di oltre duecento specie, appartenenti almeno a cinque gruppi diversi di dinosauri, erbivori (i sauropodi, dotati di un collo molto lungo, i ceratopsidi, caratterizzati da un cranio pesantemente corazzato e munito di molteplici corni, gli iguanodontidi e gli anchilosauri, la cui presenza, se confermata dagli studi appena avviati, costituirebbe il primo caso conosciuto al mondo) e anche carnivori (i teropodi, bipedi e simili al tirannosauro).

Le dimensioni delle impronte variano dai 5 - 6 cm fino ai 40 - 45 cm, facendo supporre di trovarsi di fronte ad animali alti fino a 10 metri. In molte impronte sono addirittura visibili le pieghe della pelle.

Tale eccezionale stato di conservazione delle impronte è dovuto alla presenza di un terreno paludoso dal fondo fangoso, con tappeti di alghe che hanno permesso la cementazione dell'impronta. In numerose impronte è infatti ancora visibile la piccola onda di fango generata nel momento in cui l'animale ha poggiato la zampa al suolo.

 
 
un'altra immagine della cava in localit� pontrelli. evidente, in primo piano, una pista di dinosauro

Un'altra immagine della cava in località Pontrelli. Evidente, in primo piano, una pista di dinosauro

 
 
 
scheletro di un dinosauro

Scheletro di un dinosauro

 

Dalla lettura delle impronte e soprattutto delle piste, ovvero di una serie di almeno tre impronte consecutive, o tre coppie mano piede nel caso di animali quadrupedi, lasciate dallo stesso animale in movimento, si evince come le andature siano normali, senza tracce di panico, a dimostrazione del fatto che si trattava di un normale spostamento degli animali verso pascoli migliori, per esempio verso il mare.

Dallo studio dettagliato di una pista si possono ricavare informazioni preziosissime sull'animale che la ha lasciata: dimensioni e peso dell'animale, la velocità e il tipo di andatura (passo, trotto, etc.). La forma dei piedi e la sua andatura dipendono dalla sua specifica struttura scheletrica e sono aspetti assolutamente peculiari, che permettono di riconoscere quasi tutti i gruppi di animali proprio dalle impronte.

 
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