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14.1 Salute ed habitat
Da sempre a Matera strettissimo è stato il legame causale tra stato di salute ed habitat. Dall'indagine condotta nel 1938 da Luca Crispino, ufficiale sanitario di Matera, emerge con chiarezza il carattere angusto e malsano delle abitazioni dei Sassi, dove bassissimo è il livello di vivibilità.

L'apertura della vita agli spazi esterni, al vicinato, o il faticosissimo quotidiano spostamento dei contadini dalla grotta alla campagna diventavano quindi una necessità di sopravvivenza. Crispino mette in luce che circa il 6,71% dei matrimoni è infecondo: percentuale altissima per una popolazione contadina, che delinea un fenomeno strettamente correlato alle condizioni ambientali.

 
 
Un interno

L'interno di un "sasso"

 
 
bimbo studioso

Uomini e bestie vivevano in assurda promiscuità

Nelle famiglie con prole - otto figli in media nel Sasso Barisano, sette nel Caveoso - altissima è la mortalità infantile: circa il 45,06% nel decennio 1923-1933 nel Barisano, il 44,08% nel Caveoso. Altissima la densità abitativa per vano, in media 4,09 persone, in case-grotte dove mancano non solo servizi, come fognatura e acqua corrente, ma anche finestre e porte e dove sono allogate anche, nella parte posteriore, le stalle.

E' quel che si chiama un microclima terribile per la salute. Malattie derivate da cause esogene, cioè ambientali, che hanno addirittura talvolta provocato focolai endemici, di difficile eradicazione, sono state tante in questo territorio: la malaria, il tracoma, la tubercolosi, il rachitismo, la leishmaniosi, per citare le più diffuse e le più strettamente determinate dalle condizioni ambientali.

 

Ma sicuramente la malaria, malattia per antonomasia dei contadini lucani, può rappresentarle tutte. "Non può capire la storia del Mezzogiorno chi non conosce la malaria, malattia maggiore", dice Giustino Fortunato: e certo appare emblematico il fatto che una malattia possa dire tanto sulla storia di un paese di così antica civiltà, come Matera.

Ed ancora una volta Carlo Levi può darci le parole per concludere quest'aspetto della vita nei Sassi, dove gli uomini sono anche le loro malattie: "...essi vivono immersi in un mondo che si continua senza determinazioni, dove l'uomo non si distingue dal suo sole, dalla sua bestia, dalla sua malaria".

 
 
Giustino Fortunato

Giustino Fortunato

 
         
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