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corteo matrimoniale

Un corteo matrimoniale in una foto risalente agli anni '40

Il matrimonio nel mondo subalterno era un ideale, un obiettivo molto sentito. Sposarsi significava raggiungere l'autonomia dell'adulto, uomo o donna che fosse, e sottrarsi alla volontà spesso dispotica, ma non cattiva, del genitore.

La scelta matrimoniale era però sempre fatta dal padre, anzi dalla madre: non erano tanto i motivi economici a determinarla, quanto piuttosto quelli sociali e psicologici. I maschi, ingenui ed abbruttiti dal lavoro, tenuti lontano dalle ragazze, non avevano molte occasioni per incontrarle.

 

Le ragazze, d'altra parte, erano guardate a vista e non potevano in alcun modo suscitare l'attenzione dei giovani.
Nel segreto delle case esse preparavano i corredi ed immaginavano il loro futuro.

 
 

Le ragazze erano guardate a vista dalle altre donne di famiglia

 
De Gasperi

I giovani fidanzati si incontravano solo nei rari giorni di festa

 

Ma la scelta vera e propria era fatta dalla madre del ragazzo o da donne adulte della sua famiglia. Queste raccoglievano le voci dei vicinati su ragazze che potevano costituire un partito conveniente ed una volta fatta la scelta comunicavano al giovane la necessità che si sposasse: T'haie nzurà, ti devi sposare.

La ragazza, se i suoi genitori avevano acconsentito, non poteva rifiutare per rispetto: il fidanzamento poteva durare un anno ed anche più e per tutto il tempo i giovani non potevano uscire e vedersi se non nei giorni di festa e mai da soli.

 
             
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