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7.1 L'Homo sapiens

Durante la prima parte del periodo glaciale di Würm, che si protrae tra 50.000 e 25.000 anni fa e si caratterizza per due stadi freddi separati da una lunga fase più temperata, l'Uomo di Neanderthal scompare dall'Europa. Viene progressivamente sostituito dall'Homo sapiens, un tempo chiamato Uomo di Cro-Magnon dal nome della località in Dordogna, regione francese dove nel 1868, in una grotta, ne furono ritrovati 5 scheletri.

E' il primo esemplare di uomo moderno. Appartiene infatti alla nostra stessa specie: l'Homo sapiens.

 
 
Vista della valle di Cro-Magnon in Dordogna (Francia)

Vista della valle di Cro-Magnon in Dordogna (Francia)

 
 
 
Scala degli ominidi: l'Homo sapiens

Scala degli ominidi: l'Homo sapiens

 

Il nuovo tipo umano, apparso probabilmente in Europa per migrazione da territori diversi del Vicino Oriente, si diffuse in tutti i continenti, anche in Australia e nelle Americhe.

Si differenziava dalle forme precedenti per il cranio alto, la fronte diritta, la faccia piatta, il mento prominente, la statura più alta e una diversa proporzione tra gli arti.

 
 

Con l'uomo moderno il cervello raggiunge un volume compreso in media tra 1.500 e 1.600 cc. Si tratta di un organo dalle dimensioni notevoli in relazione a quelle corporee complessive. Il potenziamento delle capacità intellettive non dipende naturalmente solo dal volume del cervello, ma anche dai suoi processi di organizzazione anatomica interna.
La particolare architettura cranica dell'Homo sapiens può aver consentito, infatti, lo sviluppo della parte frontale del cervello destinata all'elaborazione delle capacità associative e linguistiche.

 
 
Cranio di Homo sapiens

Cranio di Homo sapiens

 
 

Una volta che il linguaggio e le capacità cognitive simboliche entrano a fare parte dell'universo umano, si consegue, quale effetto di portata incalcolabile, la possibilità di trasmettere il patrimonio di conoscenze, di capacità tecniche, di modi di vita e di sapere rituale da una generazione all'altra. Tale trasmissione delle capacità acquisite risulta il punto di partenza dell'evoluzione culturale.

 
             
 
Dettaglio di pittura a parete presso le Grotte di Altamira, Spagna (12 000 a.C.)
 
Dettaglio di bisonte modellato in argilla, ritrovato presso Le Tuc d'Audoubert (14.000 anni fa)
 
Primo piano di due punte
 
 

Dettaglio di pittura a parete presso le Grotte di Altamira, Spagna (12 000 a.C.)

 

Dettaglio di bisonte modellato in argilla, ritrovato presso Le Tuc d'Audoubert (14.000 anni fa)

 

Primo piano di due punte

 
             
 
 
scena di caccia

Scena di caccia

 

L'Homo sapiens viveva in gruppi di almeno 50 persone ed era cacciatore di orsi, bisonti e mammut, per catturare i quali si serviva di strumenti di selce e di osso che - grazie a tecniche di lavorazione evolute - aveva reso più lunghi, appuntiti e leggeri.

Tra gli utensili ritrovati ci sono addirittura aghi, con cui presumibilmente cuciva vesti di pelle. Era maestro nell'arte del fuoco: accendeva focolari per cucinare e riscaldarsi, si faceva luce con lampade che contenevano uno stoppino.

 
 

Ma soprattutto l'Homo sapiens aveva una sensibilità religiosa ed artistica, documentata dalle incisioni e dalle pitture rinvenute sulle pareti delle grotte di Altamira in Spagna e di Lascaux in Francia.
I bisonti, le renne, i cervi ed i cavalli, rappresentati in movimento, sono un documento eccezionale e commovente dell'abilità dell' "artista" che compiva con quelle creazioni anche un rito propiziatorio, facendo auspici per la cattura ed il dominio reale degli animali raffigurati.

L'Homo sapiens aveva dunque, forse, inventato l'arte e reso più ricca la sua capacità di comunicazione.
In grado già di articolare forme rudimentali di linguaggio, grazie all'evoluzione delle corde vocali, per mezzo delle incisioni e delle pitture rendeva più ricche le sue possibilità di espressione, arrivate fino a noi attraverso millenni di storia.

 
 
Sepoltura di Homo sapiens

Sepoltura di Homo sapiens

 
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